Rene Laloux, le maitre du temps

René Laloux est un artiste français connu parfois comme réalisateur de plusieurs “Film d’animation” français, parfois comme un peintre qui faisait du cinéma, parfois comme un mec qui faisait de l’art avec des malades mentales et parfois, le plus souvent, il n’est pas connu du tout.
Car c’est sure dans son berceau, Laloux avais trouvé beaucoup de fées, mais pas celle-là de la célébrité. Lui-même, il aimait raconter que à sa naissance, chaque homme trouve autour de son berceau des fées. Quelqu’un peut-être, y trouvera des sourcières, mais quand même, ce sont elles qui déterminent le destin des hommes. Et c’est Laloux lui-même, à reconnaître les trois grandes fées de sa vie.

A frame form R. Laloux's short movie Les Escargot

Paper snails vs Mickey Mouse: a certain trend in French animated cinema

Although France was the cradle of animated cinema, this authorship did not initially favour the birth of a dedicated French industry, leaving to the international monopoly of animated films for over twenty years. When the American industry had already set the borders of the animated cinema, two French craftsman, Grimault and Laloux, driven by the limited financial capacity, a keen love for pure creation, and the refuse of relegating animation to a market product for infants, developed completely new autonomous, independent devices, which revolutionised the international animation market and set the bases for the birth of a Nouvelle Vague of the French Animated cinema.

La democrazia secondo Eschilo

Se discutere di valori etico-sociali come giustizia e democrazia oggi, in cui la valenza semiotica di questi due concetti è celata dalla tendenza di darsi per sottintesa o di relegarsi nella cantina delle vecchie utopie, può essere compito arduo e incline a non poche contraddizioni con quella che è la realtà attuale, muovere tali riflessioni all’interno dell’opera di uno dei più grandi tragediografi e pensatori della cultura ellenica quale Eschilo rappresenta, può forse connotare questo discorso della parvenza di un metodo che mira a trovare soluzione all’origine dell’insediamento di questi valori nella nostra società. C

Il demone creativo (pt.2) – Ritornare Ludici

Considerazioni sul saggio “lo spettacolo come il gioco e il sogno della società” di Gianpiero Calasso  Se aver preferito la ragione e l’apprendimento piuttosto che  l’istinto ha sicuramente favorito l’evoluzione della nostra specie e il suo dominio su quella degli altri esseri viventi, è altrettanto certo che , come dice Calaso, tale …

Il demone creativo (pt.1) – Possessione e inconscio

Parlare di creazione e ispirazione artistica in termini di possessione demoniaca può apparire, agli albori del terzo millennio, in una civiltà in cui empirismo e pragmatismo sono il credo più diffuso, un operazione del tutto anacronistica e fine a una rappresentazione romantica e puramente speculativa di questi processi.

Ettore Scola e la teoretica del boh

Che Scola sia, fondamentalmente, un narratore, non è sicuramente argomento di discussione. Eppure, proprio per per questo motivo, pare assurdo ritrovare, tanto nei più narrativi dei suoi film quali Il viaggio di Capitan Fracassa, C’eravamo tanto amati quanto in quelli forse più descrittivi e statici come La cena o Che ora è, un ritmo lento e riflessivo che preferisce soffermarsi ampliamente su alcune scene e situazioni al costo di alterare al minimo possibile l’economia narrativa del film.
A ben vedere, è come se per Scola fare un film fosse un pò come riempire con un colore a cera un disegno con il solo scopo di poter grattare lentamente in alcuni punti fin quando non ne vega fuori il miracolo della forma.

Donnie Darko e la mitologia del tempo

Richard Kelly ci propone un nuovo tipo di mostro, una forza nemica di statura sovrannaturale il cui peso non è nella sua natura di entità capace di suscitare paura e orrore, bensì nell’intensa sensazione di drammaticità ed amarezza che lascia nello spettatore, non appena questo sa rendersi conto che la guerra che questo strano supereroe dal nome buffo combatte non è altri che con se stesso, con una parte significativa del sé. E’ l’iper-individualismo che trionfa in questo film, quella costernante solitudine che circonda l’individuo fino alla morte.